ROMA – La recente approvazione alla Camera dei Deputati della Proposta di Legge n. 1178 “Disposizioni per l’istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico”, votata all’unanimità dai 417 presenti nelle 729ª seduta il 24/01/2017, segna un punto di partenza per tutelare e rivalutare il grande patrimonio ferroviario italiano, fatto di centinaia di chilometri di linee ferroviarie dismesse o non più utilizzate per il servizio commerciale, nonché di decine di rotabili d’epoca (locomotive, carrozze, mezzi da lavoro) alcuni dei quali utilizzati già da anni per l’effettuazione dei treni storici.
L’iter della P.d.L. 1178, presentata alla Camera il 10/06/2013 con prima firmataria l’on. Maria Iacono (PD), è stata discussa in Commissione dal 18/06/2014 al 18/01/2017, che in varie sedute ha udito il parere di numerosi esperti del settore culturale, economico, ferroviario, e associazioni di categoria. La P.d.L. 1178 è già stata trasmessa al Senato per le successive valutazioni previste nel procedimento legislativo.
Tra le 18 future linee turistiche già individuate e inserite nell’Articolo 2 della P.d.L. 1178, ci sono quattro ex linee siciliane, e sono: Agrigento Bassa – Porto Empedocle, Castelvetrano – Porto Palo di Menfi, Alcantara – Randazzo, Noto – Pachino. Ad eccezione della linea tra Agrigento Bassa e Porto Empedocle, di fatto non ci risulta mai uscita dall’asset delle linee commerciali delle Ferrovie dello Stato, le altre sono chiuse all’esercizio già da anni, in particolare dal 1985 le linee Castelvetrano – Sciacca e Noto – Pachino, e dal 1994 la linea Alcantara – Randazzo.
Pur condividendo nei principi generali i contenuti della P.d.L. 1178, noi di Ferrovie Siciliane riteniamo che negli 11 Articoli che la compongono non siano stati considerati adeguatamente alcuni aspetti, come il reperimento delle risorse per la riattivazione delle ferrovie, e le peculiarità di ogni singola linea e del territorio in cui questa ricade.
Nel caso delle linee siciliane, se andiamo a valutare le differenze tra la linea Castelvetrano – Porto Palo di Menfi e la Alcantara – Randazzo, chi conosce bene le due realtà territoriali e infrastrutturali sa chiaramente che la ferrovia che attraversa la Valle Alcantara ancora oggi avrebbe enormi potenzialità per una efficace mobilità locale, e non solo; la ferrovia Castelvetrano – Porto Palo di Menfi invece ha finalità puramente turistiche. Sempre che sia possibile rimettere in sesto quel che rimane o immaginare al suo posto un’altra infrastruttura moderna.
Vincolare la ferrovia Alcantara – Randazzo tra le ferrovie turistiche a nostro parere significa relegarla ad un utilizzo limitante, pregiudicando pesantemente lo sviluppo economico di un’intera area geografica che potrebbe beneficiare di un sistema integrato di trasporto su rotaia che ad oggi ha volumi di traffico e di utenza ben diverso da quelli degli anni 90.
Per approfondire questo problema avremo modo di discuterne nelle prossime settimane in un appuntamento di dibattito sul tema a cui stiamo già lavorando e che si dovrebbe tenere nella provincia jonica siciliana in provincia di Messina.
In anteprima uno screen-shot della diretta streamning della 729ª seduta mentre viene approvata la P.d.L. 1178
Roma, 24 gennaio 2017 | Foto, RAI
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