PALERMO – Ogni opera pubblica genera due tipi di benefici: diretti ed indiretti. Quelli diretti sono legati alla finalità dell’opera, e riguardano il servizio reso alla comunità con la sua realizzazione. Quelli indiretti riguardano ogni altro tipo di miglioramento realizzato nell’ambito dell’esecuzione dei lavori, che sia esso all’ambiente o ad altre infrastrutture. Si pensi, ad esempio, al rifacimento delle sponde di un torrente nel tratto in cui viene attraversato da un nuovo ponte.
Anche le attività di esecuzione dei lavori relativi al Passante Ferroviario comporteranno, come avviene per ogni altra opera pubblica, benefici diretti ed indiretti. I primi sono facilmente individuabili nel miglioramento complessivo della mobilità che, a lavori ultimati, si registreranno in tutta l’area metropolitana del capoluogo siciliano.
I secondi, meno percepibili, non sono affatto trascurabili per l’impatto che avranno sulla vivibilità dell’area urbana e dei suoi dintorni. Ci riferiamo, in particolare, alle modalità di riutilizzo della enorme quantità di terra e roccia ricavati dallo scavo delle nuove gallerie (150.000 mc soltanto per lo scavo meccanizzato tra la stazione Notarbartolo e la stazione Belgio); ovvero, di come un problema possa trasformarsi in un’opportunità.
In presenza di quantità così notevoli di materiale da mettere a dimora, e considerando, la presenza nelle montagne che circondano la Conca d’Oro di molte cave dismesse, si è pensato bene di procedere alla messa a dimora dello smarino in due di queste cave: la Cava Impisu e la Cava Troja. Due enormi cavità nella roccia, utilizzate a suo tempo per ricavarne materiale da costruzione, nei pressi della borgata di Tommaso Natale e quindi vicinissime ai cantieri del Passante Ferroviario. La quantità di materiale è tale da consentire non solo il totale riempimento delle cave, ma anche di procedere a risanamento e “rinaturazione” delle aree interessate, facendo sparire del tutto le “ferite” inferte ad un territorio di elevatissimo valore ambientale.
L’immagine che riportiamo, che riguarda la Cava Impisu, e della quale ringraziamo l’amico Giovanni, mostra il graduale riempimento della cavità con la roccia proveniente dallo scavo meccanizzato della galleria dispari Notarbartolo – Belgio. Quanto si vede, rende molto bene l’idea dell’enorme lavoro di risanamento ambientale che si sta compiendo a margine dell’opera: un intervento che non è stato, a nostro avviso, sufficientemente valorizzato dall’opinione pubblica locale.
Roberto Palermo[spacer height=”20px”]
Nella foto una panoramica della cava Impisu
Palermo, 15 aprile 2018 | Foto, Giovanni M.
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