PALERMO – La fermata Belgio/De Gasperi rappresenta una delle opere più complesse dell’intero Passante Ferroviario di Palermo. Giorni fa, grazie alla collaborazione di RFI e Italiferr, abbiamo visto a che punto sono i lavori. Va subito chiarito che in questa fermata, come per le fermate Lazio, e Lolli, le banchine si trovano su livelli sfalsati, e sono accessibili attraverso strutture distinte. Procederemo a descriverli di seguito.
La banchina pari
Il binario pari, infatti, è in questo punto praticamente sullo stesso sedime del preesistente binario unico. La fermata, infatti, è realizzata appena allo sbocco della vecchia galleria Malaspina, che aveva in questo punto, all’altezza di via De Gasperi, il proprio imbocco lato Trapani. La trincea che una volta ospitava il binario è ora ricoperta da una struttura scatolare, la cui ampiezza, per i 130 metri seguenti l’imbocco, è tale da poter contenere anche la banchina, lato via monti Iblei.
Da questa strada l’accesso alla banchina è consentito attraverso scale fisse e mobili, oltre ad un ascensore, in corrispondenza del marciapiede lato monte. Su questo marciapiede ha anche inizio un percorso pedonale su rampe, utili per l’accesso ai disabili (foto 1), che permette lo scavalcamento dello scatolare, che fuoriesce dal piano di campagna per 2-3 metri, ed il raggiungimento delle strutture di accesso alla banchina dispari.
Scendendo verso le banchine, osserviamo che la struttura è completa per quanto riguarda le opere civili, ma ancora priva di rifiniture e di alcuni impianti, fra i quali gli ascensori e le porte di emergenza. Queste ultime vanno situate nella estremità della banchina lato via Belgio, in corrispondenza delle uscite di sicurezza.
La banchina (foto 3 | 4) ci appare ampia e luminosa, nonostante si trovi sottoterra: l’illuminazione di cantiere è infatti già sufficiente a rischiararla. Vi troviamo stoccati i materiali per la pavimentazione, che sarà dotata dei supporti tattili per gli ipovedenti.
Dall’estremità della banchina lato Notarbartolo, diamo un’occhiata alla galleria Malaspina (foto 5 | 6): si nota la catenaria, in alto, perfettamente in opera ed i dispositivi di sicurezza, situati lateralmente. Essi sono concepiti per garantire l’uscita in sicurezza dei passeggeri, in caso di emergenza: la normativa prevede la presenza di una banchina percorribile dotata di corrimano evidenziato dal colore giallo, oltre a dispositivi di illuminazione di emergenza a pulsante, in grado di fornire un illuminamento medio sufficiente per l’evacuazione in sicurezza (foto 9 | 10).
Lato Francia, da parte opposta, ci troviamo di fronte ad una situazione strutturale diversa: la sezione della galleria è, scatolare, oltre che molto ampia. Questa ampiezza ha consentito ai progettisti di prevedere la sistemazione a parete anche delle tubazioni antincendio, che, invece, nella Malaspina sono situate al di sotto dei camminamenti di sicurezza. Il tubo è coibentato in maniera tale da resistere ad incendi per almeno 120 minuti (foto 7 | 8). In basso, sono situate le canalette per l’alimentazione elettrica e per la trasmissione dei dati.
La banchina dispari
La parte dispari della fermata si presenta piuttosto complessa, ed è ancora in piena fase di costruzione. Qui il problema è raggiungere, dalla superficie, la banchina che si troverà nella galleria in corso di scavo da parte della TBM Marisol (che, nel momento in cui scriviamo, si trova tra via Aquileia e via Sardegna, dopo aver percorso l’intero viale delle Alpi).
Il dislivello del binario rispetto al piano di campagna, pari a circa 22 metri, sarà superato attraverso tre rampe di scale fisse e mobili ed un ascensore, a partire dalla zona a monte dello scatolare in cui corre la galleria pari. Qui si è scavata una fossa molto ampia, tra paratie di pali secanti, tale da ospitare le discenderie sopra descritte, oltre ad alcuni locali tecnici (foto 11 | 13); la gran parte degli impianti a servizio di entrambe le banchine di fermata sarà, in realtà, allocata in appositi locali situati tra lo scatolare e la fossa. In assenza di questi ultimi, che sono ancora in uno stato iniziale di realizzazione e, in particolare, degli impianti di aerazione da allocare in tre pozzi appositamente predisposti, non si potrà procedere all’apertura al pubblico dei locali, situati, come abbiamo visto, prevalentemente sottoterra. E’ per questo che RFI non potrà mettere in esercizio la banchina pari, ancorché sostanzialmente pronta, in tempo per la riapertura della linea, preannunciata per fine agosto.
Dalle foto, si possono notare le strutture portanti delle discenderie dispari, costituite da possenti setti in cemento armato. Tutto il perimetro della fossa sarà affiancato da analoghe strutture, opportunamente impermeabilizzate con il materiale plastico che vediamo in foto. Sia i setti centrali che quelli laterali saranno utilizzati per sostenere le strutture di accesso; lato banchina, ovvero a fianco dello scatolare, queste grosse strutture presentano già la predisposizione per l’accesso alla banchina (foto 14), nel punto più profondo, decentrato verso nord rispetto alla fossa. A fianco, il vano ascensore.
Fossa di uscita della TBM e galleria artificiale Belgio-Francia
Anche in superficie, i lavori procedono alacremente per la sistemazione delle aree che verranno liberate dall’interramento della linea: si prevedono ampie zone a verde ed una pista ciclabile. La nostra attenzione, però, è attratta da ciò che si trova oltre il ponte di via Belgio: la fossa di uscita della TBM. Qui avrà termine il lavoro della talpa meccanica Marisol e si diparte un tratto di galleria artificiale di circa 650 metri che raggiunge la fermata Francia, dando continuità alla galleria realizzata con lo scavo meccanizzato.
Questa fossa, che oggi si presenta di profondità non superiore a 7-8 metri, andrà approfondita fino ad arrivare al di sotto della quota di scivolamento della TBM, per 1,5 metri circa. Verrà quindi realizzata una platea su cui la macchina si posizionerà dopo aver sfondato l’ultimo diaframma, situato al di sotto del punto in cui è scattata la fotografia 15 (foto 15) Predisposto il tutto, si sarà in grado di procedere all’estrazione della macchina con un’apposita gru per grandi carichi.
I lavori vanno realizzati in tempo per fine luglio, quando si prevede lo “sfondamento” da parte della macchina. E’ per questo che troviamo un grande fermento quando siamo condotti all’imbocco della galleria artificiale. Essa è stata realizzata con il metodo del “cut and cover”, ovvero attraverso paratie di pali secanti su cui è stata preventivamente realizzata la copertura della galleria, prima di procedere allo scavo del terreno compreso tra queste strutture. Al momento della visita, si stanno realizzando le strutture provvisorie per il puntellamento, costituite da profilati in acciaio che vengono interposti tra la due paratie: tale complessa operazione si rende necessaria poiché occorre raggiungere la profondità di circa 20 metri, in cui è prevista la platea di fondo del tunnel. Ciò rende necessario contrastare la spinta del terreno sui pali trivellati, che aumenta man mano che le stesse vengono messe allo scoperto, una volta raggiunta una certa profondità (foto 16 | 18).
Messe in opera tali puntelli, si potrà procedere all’approfondimento, mentre al di sopra di essi si sta preparando una cassaforma per il getto di un solettone in cemento armato che costituirà il “puntello” definitivo, che garantirà la resistenza della struttura in fase di esercizio. Il solettone viene reso strutturalmente solidale con le paratie attraverso degli appositi “scassi” nelle paratie stesse che mettono allo scoperto i ferri di armatura (foto 19).
Come abbiamo visto, gli interventi presentano un’altissima difficoltà geotecnica, e non potevano essere realizzati senza un’elevatissima professionalità ed attrezzature all’avanguardia. Presto vedremo i primi segnali di tanto impegno, con l’apertura all’esercizio della linea, prevista per fine agosto. Mancherà ancora qualcosa, ma siamo fiduciosi che, impegnandosi in maniera analoga, si riuscirà presto a completare l’opera al 100%.
In anteprima la banchina lato Francia della fermata Belgio/De Gasperi
Palermo, 05 giugno 2018 | Foto, Roberto Di Maria
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