MESSINA – Sul quotidiano La Sicilia del 09/11/2018 (edizione Catania), con la notizia “Ferrovia, divergenze sull’utilizzo” abbiamo appreso delle dichiarazioni del Commissario Straordinario dell’Ente Parco fluviale dell’Alcantara, Ornella Infantellina, che ci hanno lasciato a dir poco perplessi. Al cronista è stata ribadita la “finalità turistica” della linea Alcantara-Randazzo, ma per le successive esternazioni, meno generiche, secondo le quali “ogni altro interesse per la riapertura della tratta ferroviaria all’interno del territorio del Parco non può e non potrà coinvolgere l’Ente Parco”.
Una dichiarazione perentoria con la quale la signora Ornella Infantellina si è sentita in dovere di spendere il proprio ruolo per porre un netto intralcio al riutilizzo commerciale della ferrovia; dimenticando, in tal modo, quanto condiviso nell’incontro tenutosi il 12/10/2018 proprio alla sede dell’Ente Parco Fluviale dell’Alcantara a Francavilla di Sicilia alla presenza della nostra Associazione e di altri amministratori della valle Alcantara.
La dichiarazione, lo ripetiamo, ci fa riflettere per il metodo e per il merito. Sorprende infatti, nel metodo, che il funzionario di un ente sovracomunale, nominato dalla Regione Siciliana, prenda posizione su un materia che, in sostanza, non le compete. Non ci risulta, infatti, che lo Statuto dell’Ente Parco, richiamato a nella dichiarazione alla stampa, preveda la gestione del trasporto pubblico locale, né tanto meno che in tal senso possa addirittura ignorare la volontà degli amministratori il cui orientamento è apparso chiarissimo nel citato incontro del 12/10/2018.
Nel merito, invece, non riusciamo a comprendere quale coinvolgimento possa avere l’ente Parco Fluviale dell’Alcantara a precludere la riapertura della ferrovia al servizio commerciale. In un momento storico in cui numerose linee un tempo considerate rami secchi riacquistano un ruolo di primaria importanza, quello della mobilità sostenibile, lascia stupefatti l’idea di rinunciare al sistema di mobilità di massa su ferro. Un modo di trasporto che non solo risulta essere il meno inquinante in assoluto, ma che in una condizione di evidente svantaggio della rete stradale della valle, diviene più che concorrenziale rispetto al trasporto su gomma, ponendo le condizione per ridurre drasticamente i flussi veicolari su strada. Se poi si pensa che il trasporto viaggiatori su convogli ordinari non preclude affatto la finalità turistica della linea, né la possibilità di farvi circolare treni storici, il nostro stupore rasenta l’incredulità. E non vale a molto citare, a sostegno della tesi contraria, come si fa nell’articolo pubblicato su La Sicilia (a nostro parere in modo improprio), la Legge 128/2017, la quale non prevede alcun utilizzo esclusivo dalla linea ai fini turistici.
Ci siamo stancati di leggere dichiarazioni rilasciate da funzionari pubblici o, peggio, da rappresentanti di sedicenti associazioni amatoriali, che si improvvisano pianificatori dei trasporti senza averne né la competenza né la titolarità. Nel caso specifico, si continua a proporre un’idea della “ferrovia turistica” a basso costo che non ha alcun fondamento tecnico e che risulta ormai superata, se non addirittura temuta dai rappresentanti locali, coscienti di vedersi scippare una preziosa infrastruttura per la mobilità in cambio di qualche treno storico e alcune centinaia di avventori l’anno.
Un’idea riduttiva che potrebbe applicarsi, al massimo, a linee chiuse al traffico da poco tempo (che necessitano, pertanto, di pochi ritocchi) e con uno scarsissimo bacino di utenza. Non certo per la Alcantara-Randazzo, chiusa da un quarto di secolo e, pertanto, bisognosa di una profonda riqualificazione, che potrebbe collegare l’intero bacino etneo settentrionale ed il litorale di Giardini Naxos e Taormina all’area metropolitana nord-occidentale di Catania.
Un’idea che, con tutta evidenza, a qualcuno interessa parecchio, per finalità che vanno a favorire pochi e non il territorio in cui queste ferrovie si snodano, tanto da spingerlo ad esporsi in prima persona, pur non avendone titolo, e scontrarsi con gli stessi rappresentanti dei futuri utenti della ferrovia: i cittadini della valle.
Lasciamo al Commissario Straordinario del Parco Fluviale dell’Alcantara i compiti per cui è stato nominato, ossia, la protezione, conservazione e salvaguardia dell’ecosistema fluviale, dell’ambiente naturale e del paesaggio, nonché l’educazione ambientale, quella che attraverso una ferrovia pienamente operativa andrebbe certamente a tutelare.
Nella foto il Commissario Straordinario del Parco Fluviale dell’Alcantara, Ornella Infantellina
Palermo, 09 agosto 2018 | Foto, Confersercenti Sicilia
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