MESSINA – Lamentiamo da tempo la scarsa attenzione della Regione Siciliana per il trasporto ferroviario regionale. Le nostre riflessioni sulla scarsità dell’offerta di mobilità su ferro hanno spesso sottolineato i disagi di chi vive in Sicilia a cui si uniscono, soprattutto in questo periodo, quelli che devono subire i turisti, costretti a vagare per l’isola in balia di servizi male organizzati, coincidenze saltate, informazioni inesistenti, orari impossibili, specie nei festivi. Per fare un semplice esempio, dopo le 18:00, non c’è verso di viaggiare con un treno regionale da Messina, come da Catania, verso Palermo.
Abbiamo sottolineato spesso il paradosso dei servizi “metropolitani” nelle tre principali città, nonostante linee attrezzate, a suon di miliardi, a tale scopo: il Passante Ferroviario di Palermo offre due soli treni ogni ora, ma la situazione non è certo migliore sulla Metroferrovia di Messina né, tanto meno, sull’asse ferroviario tra Catania-Acireale-Giarre, dove gli utenti, per i pochi treni disponibili, non possono contare neanche sull’orario cadenzato. Un dato su tutti: a parità di territorio servito, la Sicilia spende per il servizio ferroviario su tutto il suo territorio un quarto di quello che spende la Lombardia.
In tutto questo, la Regione Siciliana, che ha risposto “picche” (per assenza di risorse) a qualsiasi richiesta di incrementare tale offerta, pervenuta da Associazioni di consumatori e Comitati pendolari, e che ha dimenticato di convocare il più volte richiesto “Tavolo di confronto” per il trasporto ferroviario regionale (che non viene riunito dal settembre 2022), non resta certo inerte. Magari.
Dopo aver impegnato un milione di euro per la “genialata” del treno veloce Palermo-Punta Raisi, senza fermate intermedie e viaggiatori a bordo, ha pensato bene di offrire un nuovo formidabile servizio, ovviamente a carico pubblico.
Questa volta si tratta di 51 treni storici che percorreranno le “più belle e panoramiche linee ferroviarie dell’Isola” da sabato 12 agosto a domenica 10 dicembre, al costo di 2 euro a tratta per tutte le circolazioni in calendario. Ecco in dettaglio, il programma, con gli itinerari ed il numero di corse previsti:
• Treno dei Templi: Caltanissetta – Agrigento bassa – Porto Empedocle S. (pomeridiano/serale): 3
• Treno dei Templi: Caltanissetta – Agrigento bassa – Porto Empedocle S. (diurna): 3
• Treno del Cioccolato: Caltanissetta -Modica: 1
• Treno dei Normanni: Messina – Cefalù: 1
• Treno del Pistacchio: Messina – Giarre (Circumetnea): 1
• Treno di Ortigia: Messina – Siracusa: 1
• Treno del Mare e delle Civiltà Antiche: Palermo – Castelvetrano: 16
• Treno dell’Olio e della Magna Grecia: Palermo – Castelvetrano: 2
• Treno dei Templi: Palermo – Porto Empedocle: 2
• Treno delle Stelle: Palermo – Roccapalumba: 1
• Treno dell’Arte: Palermo – Tusa: 3
• Treno della Ceramica: Siracusa – Caltagirone: 1
• Treno del Pistacchio: Siracusa – Giarre: 1
• Treno del Barocco: Siracusa – Ragusa (pomeridiano/serale): 6
• Treno del Barocco: Siracusa – Ragusa (diurno): 6
• Treno del Cioccolato: Siracusa – Modica (diurno): 1
• Treno del Cioccolato: Siracusa – Modica (serale): 1
• Treno dell’Olio e della Magna Grecia: Trapani – Castelvetrano: 1
Servizi che, quindi, coprono tutta la Sicilia, anche se nell’elenco non troviamo nessun treno che porti in Contrada Niura. Per chi non lo sapesse, si tratta della piacevole località, in aperta campagna, dove sono stati condotti i pochi viaggiatori che il 17 dicembre 2022 hanno assistito all’inaugurazione dei primi 1,5 km di linea Noto – Pachino ripristinata.
Viaggi effettuati su un “treno storico” costituito da un paio di automotrici ALn668, del tutto simili a quelle che effettuano il servizio ordinario sulla Siracusa – Ragusa – Canicattì e che transitavano per la stazione FS di Noto proprio mentre si effettuava l’inaugurazione, con tanto di banda musicale e sindaco in fascia tricolore. Poiché alla cerimonia non ha fatto seguito nessun’altra corsa lungo la “nuova” linea, ci aspettavamo che questa fosse l’occasione giusta per dare un senso alle somme spese per effettuarne il ripristino. Ci siamo sbagliati.
Ma, al di là del folclore, quel che colpisce è l’attenzione per questo tipo di servizio, offerto da Fondazione FS, a cui vengono attribuite taumaturgiche doti di rilancio del turismo. Eppure, a ben guardare, 51 corse di treni, peraltro “storici” e quindi certamente appetibili ad un’utenza “di nicchia” non possono certo far pensare all’instaurarsi di quel turismo di massa che, secondo la vulgata sempre più diffusa ai vertici della politica regionale, dovrebbe sostenere l’economia siciliana.
Non è certo questo il modo di “rendere compatibili e reciprocamente funzionali diversi segmenti del comparto turistico”…. “con l’intento di proporre un’offerta turistica il più possibile integrata e adeguata alle aspettative del visitatore” come ha dichiarato lo scorso 04/08/2023 a Messina durante la conferenza stampa di presentazione di questi servizi l’Assessore per il Turismo, lo Sport e lo Spettacolo della Regione Siciliana, Elvira Amata.
Chiunque abbia viaggiato per turismo, magari senza frequentare gli hotel 5 stelle a cui sono abituati i nostri governanti (regionali e non) durante le loro trasferte, sa benissimo che la mobilità è il requisito più importante che si richiede ad una meta turistica. Non a caso, le mete più frequentate al mondo sono dotate di sistemi di trasporto all’avanguardia (si pensi a Londra, Parigi o Berlino solo per fare alcuni esempi) e, per rimanere in Italia, le regioni più visitate sono proprio quelle del nord, con il Veneto in testa e la Lombardia a seguire: proprio laddove si può contare su servizi di trasporto frequenti e capillari su scala regionale, per non contare l’alta Velocità che qui in Sicilia ci sogniamo.
Pertanto, ben vengano i treni storici, ma solo se inquadrati nella loro collocazione ideale: soddisfare un’utenza di nicchia. E solo se accompagnati da un serio rilancio della mobilità su ferro. Per dirla ancor più chiaramente: per incrementare e rafforzare la presenza turistica, servono servizi ed infrastrutture funzionanti, non vecchi cimeli ferroviari fatti circolare “una tantum” sulle linee ferroviarie regionali. Se consideriamo che tutto questo viene realizzato a carico delle smunte casse della Regione Siciliana, immaginiamo che tali risorse potrebbero essere molto meglio impegnate per rilanciare ed incrementare l’offerta di mobilità ferroviaria nel suo complesso.
Quando finalmente si abbandoneranno le vuote chiacchiere propagandistiche e si rivolgerà l’attenzione all’utenza del trasporto pubblico regionale, si capirà che essa include certamente il turista, soggetto importantissimo per l’economia regionale, ma anche e soprattutto gli utenti locali: studenti, pendolari e gente che, nonostante tutto, in Sicilia continua a viverci. Avendo trovato il modo di sbarcare il lunario senza allontanarsi, almeno per il momento, da essa, nonostante le scelte dissennate di chi li governa.
Se si farà in modo che su questo territorio costoro possano muoversi e vivere meglio, lo potrà fare anche chi ci viene per turismo e che, sicuramente, ci tornerà. E sarà meglio per tutti.
Un dubbio, infine, ci sorge, a voler pensare in maniera ottimistica, sui 51 treni turistici in giro per la Sicilia da agosto a dicembre: per caso c’è nel Bel Paese un’altra Regione che promuove e sponsorizza 51 treni turistici in 4 mesi? Forse la Regione Siciliana è l’unica detentrice, nel Bel Paese, di un territorio ricco di beni culturali, ambientali, naturalistici e turistici a differenza di altre Regioni? Quale senso ha sponsorizzare territori dove il treno c.d. turistico non arriva? Ai posteri le ardue risposte!
Roberto Di Maria, amministratore di In Progress
Giosuè Malaponti, Presidente Comitato Pendolari Siciliani CIUFER
Giovanni Russo, Presidente Associazione Ferrovie Siciliane
In anteprima le automotrici ALn668 al binario 1 per treno regionale e al binario 3 per treno storico
Noto, 17 dicembre 2022 | Foto, Roberto Di Maria
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